mercoledì 15 gennaio 2025

La questione del crocefisso nelle aule

Per i laici: Il termine "laico" non implica la negazione o l'assenza di simboli religiosi, ma piuttosto la capacità di garantire un equilibrio in cui tutte le fedi e le convinzioni, incluse quelle non religiose, possano coesistere in uno spazio pubblico neutrale. 

In un contesto laico, la libertà religiosa è tutelata, ma ciò non significa che si debbano imporre simboli religiosi sugli altri o che questi siano rimossi a priori. La laicità si fonda sul principio di separazione tra istituzioni religiose e istituzioni statali, per evitare favoritismi o discriminazioni. 

Tuttavia, pretendere che in una società a maggioranza religiosa non si manifestino simboli di fede può risultare irrealistico. È importante, quindi, promuovere una cultura del rispetto reciproco, in cui i simboli religiosi siano espressioni personali e non strumenti di divisione o prevaricazione.

Per i religiosi: 
Ecco 10 versetti biblici e mormonici che sottolineano la sacralità della libertà di religione :

Bibbia (Antico e Nuovo Testamento):

2. Giovanni 4:24
   "Dio è spirito, e quelli che lo adorano bisogna che lo adorino in spirito e verità."
   Un richiamo alla libertà nell'adorare Dio con sincerità. Questo é intendimento comune in molte religioni.

3. Galati 5:1
   "Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù."
   Un invito a preservare la libertà, anche religiosa.

4. Atti 5:29
   "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini."
   Afferma la priorità della libertà di seguire Dio rispetto alle imposizioni umane.

Libri Mormonici:
6. 2 Nefi 2:27 (Libro di Mormon)
   "L'uomo è libero secondo la carne; e tutte le cose sono date agli uomini, ciò che è espediente per loro. Essi sono liberi di scegliere la libertà e la vita eterna, per mezzo del grande mediatore di tutti gli uomini."
   Ribadisce il dono della libertà individuale.

7. Alma 30:7
   "Non era permesso che un uomo fosse punito per le sue credenze."
   Un chiaro supporto alla libertà di religione.

8. Dottrina e Alleanze 134:4 
   "Noi crediamo che la religione sia istituita da Dio, e che gli uomini siano responsabili davanti a Lui, e solo a Lui, per l’esercizio della loro fede."  
   Afferma la responsabilità personale nella libertà religiosa.

9. Mosia 29:32
   "Io desidero che questa terra sia una terra di libertà, affinché ogni uomo possa godere il suo diritto e privilegio di adorare Dio secondo i dettami della propria coscienza."
   Un forte messaggio di libertà religiosa.

10. Dottrina e Alleanze 101:77
   "Secondo le leggi e la costituzione del popolo, garantiamo che ogni uomo può agire in fede e adorare secondo la propria coscienza."
   Conferma il diritto inalienabile alla libertà di culto.

Ecco come viene  mostrata l'importanza attribuita alla libertà di religione e all'unicità di Dio sia nella Bibbia sia nei testi mormonici.

sabato 4 gennaio 2025

Il Canto dell’Unione: L’Intelligenza Tra il Due e il Tutto



"Come l’equilibrio tra la reciprocità e il gruppo definisce il vivere con saggezza"


Un altra perla del Blog Consapevolezza Globale:

"La vita è un’arte che si dipana tra il profondo legame tra due anime e l’interazione con il vasto mondo. In questo racconto pastorale, esploriamo come la reciprocità dedicata possa essere una chiave per vivere con intelligenza e come il gruppo, pur necessario, rischi di frammentare il senso dell’individuo. Una riflessione per chi cerca significato e armonia."


Abstract:

Questo saggio analizza la relazione tra la reciprocità dedicata tra due individui e l’interazione nel contesto di un gruppo più ampio. Utilizzando metafore pastorali e ispirandosi allo stile patristico, si evidenzia come l’intelligenza si manifesti non solo nella profondità del legame duale, ma anche nella capacità di navigare le dinamiche di gruppo senza perdere il centro. L’opera esplora i rischi dell’insipienza e della dispersività tipiche della vita collettiva, proponendo un equilibrio tra l’intimità dell’unione e la connessione sociale.


Premessa dell’Autore (Don Erman):

"Ogni uomo vive tra il bisogno di appartenenza e il desiderio di unicità. In questo racconto, cerco di conciliare due grandi polarità: l’intelligenza che nasce dal dedicarsi a un solo cuore e quella che si sviluppa nel confronto con molti. La valle di cui parlo non è solo un luogo immaginario, ma una metafora della nostra esistenza quotidiana, dove l’armonia si trova nel bilanciare l’uno e il tutto. Spero che queste riflessioni vi ispirino a cercare una vita più piena, più vera, più vostra."


Introduzione Accademica: Il Tema dell’Intelligenza Duale e di Gruppo

L’intelligenza umana non è una qualità univoca ma si manifesta in diverse forme e contesti. In ambito psicologico e filosofico, si distingue spesso tra l’intelligenza intrapersonale e quella interpersonale, categorie che riflettono la capacità di un individuo di comprendere sé stesso e gli altri.

In questo studio narrativo, il tema si arricchisce con due prospettive complementari:

  1. La reciprocità dedicata, ovvero il legame profondo tra due persone che si influenzano e si sostengono a vicenda, creando uno spazio intimo di crescita e riflessione.
  2. L’intelligenza di gruppo, che implica la capacità di un individuo di partecipare attivamente a una collettività senza perdere la propria identità.

Attraverso una narrazione simbolica, si evidenzia come queste due forme di intelligenza possano coesistere e arricchirsi reciprocamente, se ben bilanciate. Tuttavia, vengono messi in luce anche i rischi dell’insipienza collettiva, che può portare alla dispersione, e dell’isolamento, che può limitare la visione del mondo.

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Nel grande libro della vita, due pagine si incontrano e, nel piegarsi l'una verso l'altra, scoprono un'intimità che il vento non può sfogliare. Questo è il valore della recipienza dedicata, dove due anime, come vasi comunicanti, si colmano l’una dell’altra senza mai traboccare, mantenendo vivo il fluire.

La danza della dualità

Due persone che vivono in sincera reciprocità creano un microcosmo, un universo unico in cui ogni gesto diventa un atto di cura, ogni parola una promessa. Essi non si limitano a convivere, ma si dedicano l'uno all'altro con la profondità di un mare che non teme il cielo.
Un pastore della valle, osservando i suoi animali, disse:
"Il lupo corre solitario, eppure il suo cuore chiama l’eco di un compagno. Anche il gregge si muove unito, ma è nella fedeltà di due che il mondo trova stabilità."

La recipienza tra due persone è come il cerchio perfetto tracciato dal sole e dalla luna. Essi non cercano di essere tutto l’uno per l’altro, ma diventano specchi che riflettono la parte migliore di ciascuno.

Il rischio del gruppo: insipienza e dispersività

Al contrario, quando la vita si disperde in un gruppo senza centro, l'energia si frammenta. Ogni individuo, pur appartenendo alla stessa trama, perde il senso di sé nel rumore delle voci. È il fiume che si dirama in mille rivoli, dimenticando la potenza del suo corso principale.
"Nel gruppo, il cuore si smarrisce facilmente," disse un’anziana del villaggio, "poiché, nell’eco delle moltitudini, ognuno ascolta solo il proprio riflesso sbiadito."

Nel vivere per il gruppo senza radici, si rischia l’insipienza, una superficialità che prosciuga la profondità del pensiero e dell’azione. È il parlare senza ascoltare, l’agire senza comprendere, il vivere senza amare.

La lezione della valle

Un giorno, due amanti si allontanarono dal villaggio per vivere nella foresta. Il gruppo li derise, chiamandoli egoisti per essersi distaccati. Eppure, in quella foresta, i due trovarono un ritmo che il villaggio non avrebbe mai potuto offrire. Essi non si chiusero al mondo, ma lo compresero meglio attraverso l’intimità reciproca.

Un viandante che li osservò scrisse nel suo diario:
"Il gruppo può essere come un campo di grano: vasto, ma impersonale. Due persone, invece, sono come un seme e la terra. Insieme, creano un frutto che nutre il mondo."

Conciliando gli opposti

Il gruppo ha il suo valore, ma solo quando riconosce l’unicità di chi lo compone. Due persone, dedite l’una all’altra, non si isolano dal mondo, ma creano un faro per gli altri. Sono la quiete nella tempesta, il centro in una ruota di movimento.

E così, il pastore insegnò:
"Siate come la coppia di rondini che costruisce il nido sotto la grondaia. Lavorano insieme, condividendo il peso e il riparo. Non si disperdono nella folla degli stormi, ma non dimenticano mai di volare nel cielo che appartiene a tutti."

Epilogo Morale:

"Come due fiammelle che si alimentano a vicenda, la reciprocità tra due persone illumina il sentiero della vita. Ma come un grande fuoco che divampa senza controllo, la folla può disperdere ciò che è sacro e intimo. Sii dunque un ponte tra il tuo cuore e il mondo: unisci la saggezza dell’unione alla capacità di condividere, senza mai perdere il tuo centro. Perché l’intelligenza più grande non è quella che domina, ma quella che comprende, accoglie e illumina."


Conclusione: il canto dell’unione

Il più intelligente modo di vivere è, dunque, trovare l’equilibrio tra la dedizione a una persona e il rispetto per il gruppo. In due si impara a sentire profondamente, mentre nel gruppo si impara a condividere. La sapienza risiede nel bilanciare queste forze, evitando l’insipienza della superficialità e la dispersività della folla.

Come disse un saggio:
"Sii un’isola per chi ami, ma una corrente per il mondo. Così vivrai non solo con intelligenza, ma con saggezza e grazia."

venerdì 6 dicembre 2024

Il nuovo inno francese

Liberté, égalité, fraternité



Marche des Insoumis
(sur l'air de La Marseillaise)

Allons, enfants de la révolte,
L'heure d

e gloire est arrivée !
Contre Macron qui nous exalte,
Le peuple en marche s'est levé !
Le peuple en marche s'est levé !
Entendez-vous dans nos campagnes
Gronder la rage des quartiers ?
Ils viennent tous, fiers, en compagnes,
Pour son règne enfin renverser !

Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !

Lui, qui s'accroche à sa puissance,
Ignorant nos cris et nos lois,
Nous écrasons son arrogance
Sous le poids de nos justes voix !
Sous le poids de nos justes voix !
Des Champs-Élysées, qu'il s'élance
Dans les champs célestes d'exil,
Car sa politique insensée
N'a plus de place en notre style !

Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !

Que l’avenir chante justice,
Que l’étoile guide nos pas,
Car sous le joug de l’injustice,
Nous resterons des soldats !
Nous resterons des soldats !
Macron, résigne-toi sans peine,
La République aura raison,
Pour le bien du peuple en sa chaîne,
Quitte enfin ta maison !

Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !

Marcia degli Insorti
(sull'aria della Marsigliese)

Su, figli della rivolta,
L'ora di gloria è arrivata!
Contro Macron che ci esalta,
Il popolo in marcia si è levato!
Il popolo in marcia si è levato!
Udite nei nostri borghi e campagne
Il ruggito della rabbia e del quartiere?
Arrivan tutti, fiere compagne,
Per il suo regno rovesciare al dovere!

Ritornello:
Ai Campi Elisi, cittadini,
Spediamolo fuori dai confini!
Marciamo, marciamo,
Che lasci il trono con le sue mani!

Lui, che si aggrappa al suo potere,
Ignorando le nostre leggi e i pianti,
Schianteremo il suo egocentrico vedere
Con il peso delle voci e cuori santi!
Con il peso delle voci e cuori santi!
Da Campi e palazzi, scagliato
Nel suo ego d'esilio siderale:
La nostra forza in stile affermato
Per bandire il male personale

Ritornello:
Ai Campi Elisi, cittadini,
Spediamolo fuori dai confini!
Marciamo, marciamo,
Che lasci il trono con le sue mani!


Anonimo trovato sul web

sabato 9 novembre 2024

Verso un'Economia di Criptocrismo: Dal Potere della Moneta Fiat alla Sovranità Democratica Decentralizzata

Verso il Criptocrismo: Un Progetto per la Libertà Economica e Politica
Per arrivare al *croptochismo* o al *deandreismo*, occorre prima realizzare il *criptocrismo*, ossia eliminare la moneta fiat e promuovere la moneta libera, decentralizzata e accessibile a tutti. In questo modo, non esisteranno più concetti come inflazione e debito pubblico, leve storiche utilizzate per governare il mondo prestando un’unità di misura che dovrebbe essere considerata un concetto di dominio pubblico, al pari del metro o della bilancia. Uno Stato non dovrebbe detenere il monopolio di queste unità di misura, così come non può monopolizzare acqua o aria.

Quando la moneta non sarà più fiat, emessa dai fondi federali, ma si baserà sulla *finanza decentralizzata* (DeFi), allora lo Stato potrà servirsene liberamente. Potrà disporne per arricchire la comunità solo quando realizzerà servizi realmente collaudati e approvati dal popolo.

Pagamento degli organi amministrativi e ministeriali politici e controllo dinamico dei risultati 

Nel nuovo sistema, i politici dovrebbero essere remunerati solo se raggiungono obiettivi concreti e misurabili. In caso contrario, occorrerebbe un fondo di riserva, revocabile in caso di fallimento. La politica non dovrebbe più essere un’isola felice per arrivisti, ma un impegno reale verso il popolo, con agenti operativi che lavorano sotto una vigilanza continua e dinamica, 24 ore su 24. Questi politici, come astronauti, dovrebbero essere spassionati, diligenti, concreti e affidabili, raggiungendo obiettivi certi e nei tempi stabiliti.

 Superare le Società di Consulenza Strategica

Solo sbarazzandoci dei gestori della moneta e delle società di consulenza come McKinsey, PricewaterhouseCoopers, Ernst & Young e altre, che oggi governano realmente il mondo, potremo realizzare concretamente le idee di Kropotkin o di De André. Queste società controllano Stati e banche, influenzando anche la giustizia, e impediscono ogni cambiamento reale.

Perciò, qualsiasi politico che voglia prendere il potere, che sia legalmente o meno, non potrà mai governare senza passare attraverso questa fase costituente, necessaria per riformare il concetto di consulenza statale. Dobbiamo sostituire la dipendenza monetaria federale e l’usura bancaria organizzata con una moneta democratica e decentralizzata, come Bitcoin o Ethereum (opportunamente stabilizzate). Solo così potremo passare a forme di autogestione popolare, che siano anarchiche, comuniste, socialiste o corporativiste, senza il demone degli interessi a destabilizzare la nostra economia.

Una Rivoluzione Pacifica contro il “Demone degli Interessi fluttuanti”

Eliminato il peso degli interessi, nessuno Stato dovrà più ricorrere agli armamenti per finanziare i debiti. In questo modo, non ci sarà più la necessità di combattere altri Stati per guadagnare il denaro necessario a pagare questo “demone”. Ogni guerra scatenata per pagare debiti e interessi sarà superata, liberandoci dal giogo economico che succhia il sangue della gente attraverso una tassazione di guerra nascosta.

Conclusione: Modifica delle Regole del Gioco

L’obiettivo è modificare le regole sostanziali del gioco, non protestare inutilmente o dichiararsi anarchici o non votanti, come fa Landini. La vera rivoluzione parte dalla riscrittura delle norme costituenti e dal ripristino di una moneta democratica e realmente libera. Solo riformando il sistema monetario, la consulenza strategica e la dipendenza dalle banche, saremo davvero uomini liberi.


Verso un'Economia di Criptocrismo: Dal Potere della Moneta Fiat alla Sovranità Democratica Decentralizzata

L’analisi qui proposta verte sulla necessità di un cambiamento radicale nella gestione della moneta e del debito, al fine di eliminare strutture che vincolano la libertà economica e politica degli individui e degli Stati. Il passaggio verso una governance economica basata su sistemi di *criptocrismo* – vale a dire, un sistema in cui la moneta non è più controllata da entità federali centrali, ma è decentralizzata – è un prerequisito per realizzare qualsiasi progetto politico basato su principi di autogestione, uguaglianza e autonomia.

La moneta dematerializzata come unità di misura pubblica legata al tempo lavorativo 

Attualmente, la moneta fiat, emessa da enti come le banche centrali e regolamentata da Stati e istituzioni finanziarie, opera come un’arma di controllo sulle nazioni e sui cittadini. Questa moneta, che dovrebbe essere solo una semplice unità di misura di valore, funziona in realtà come strumento di coercizione, causando inflazione, debito pubblico e instabilità economica. Inflazione e debito non sono fenomeni naturali o inevitabili: sono, al contrario, strumenti storici progettati per governare il mondo attraverso l’imposizione di tassi di interesse e controlli sui flussi monetari. 

Un paragone illuminante può essere fatto con altre unità di misura, come il metro o il chilogrammo, che non sono soggetti a monopolio statale. Uno Stato non può rivendicare la proprietà esclusiva del metro per misurare lunghezze, così come non dovrebbe rivendicare il monopolio della moneta come mezzo di scambio o misura di valore. La moneta, nella sua essenza, dovrebbe essere una grandezza fisica, pubblica, non un veicolo per il potere economico e politico.

Dalla Moneta Fiat alla Finanza Decentralizzata (DeFi) per una progressiva integrazione di sistema 

L’introduzione di una moneta decentralizzata, per esempio il Bitcoin o l’Ethereum, potrebbe finalmente liberarci dal giogo della moneta fiat, il cui valore è arbitrariamente definito e manipolato dalle istituzioni centrali. Una volta che la moneta sia definita come “libera” e non vincolata da interessi centralizzati, i concetti di inflazione e debito pubblico – strumenti di dominio economico – potrebbero essere superati.

In un sistema di finanza decentralizzata (DeFi), lo Stato non avrebbe più il potere di monopolizzare o regolare il valore della moneta. Invece, la moneta sarebbe una risorsa pubblica, posseduta e utilizzata liberamente da tutti. Così, le istituzioni politiche, per prosperare e ottenere fondi, dovrebbero fornire servizi e beni realmente valutati e approvati dalla popolazione.

Riformare la Politica: Meritocrazia e Controllo Popolare non invasivo

Il nuovo sistema monetario richiede, naturalmente, una riforma della politica stessa. In questo modello, i politici sarebbero remunerati solo al raggiungimento degli obiettivi concreti e misurabili. Il sistema di controllo continuo sul loro operato – in stile “astronauta”, ovvero, trasparente e senza distrazioni – sarebbe la base per mantenere alta la loro responsabilità e garantire che il lavoro svolto sia in linea con i bisogni del popolo, non con gli interessi di élite o di società di consulenza che operano spesso nell’ombra del sistema economico globale.

Smantellare il Sistema Unico di Consulenza Strategica  Internazionale

Un altro ostacolo da eliminare è rappresentato dal dominio delle società di consulenza come McKinsey, PricewaterhouseCoopers, Ernst & Young, e simili, che operano come una sorta di “governo ombra” internazionale. Queste organizzazioni dettano strategie a Stati, banche e persino istituzioni di giustizia, decidendo le sorti economiche di intere nazioni. La loro influenza ha sostituito la sovranità popolare e la loro attività di consulenza non risponde mai realmente alle esigenze dei cittadini, ma a quelle di élite economiche. Per spezzare questo circolo vizioso, bisogna rimuovere il potere di queste società e restituirlo a strutture realmente democratiche e trasparenti.

Conclusione: Verso un’Economia Decentralizzata, Libera dal Giogo della Fiat Money con maggior controllo democratico 

Solo attraverso la “de-fiatizzazione” dell’economia – un passaggio a una moneta libera e decentralizzata – sarà possibile realizzare progetti di ispirazione anarchica, socialista o comunista senza il “demone dell’interesse” che erode la stabilità. Senza l’interesse e il debito che oggi obbligano gli Stati a rincorrere la crescita e a ricorrere agli armamenti per non fallire, la politica potrebbe tornare a essere un servizio alla collettività, non un mezzo di potere e profitto.

Perseguire l’abolizione della moneta fiat, sostituendola con sistemi di criptocrismo e deandreismo, significa non solo riformare l’economia, ma cambiare il paradigma politico e sociale, restituendo libertà e controllo alla popolazione. La rivoluzione economica deve partire da qui, dal rifiuto di una moneta monopolizzata, a favore di una moneta di proprietà pubblica, gestita decentralmente e immune da manipolazioni.

Di
Ermanno Faccio

martedì 1 ottobre 2024

Isolani ed Emigranti: Il Complesso degli Scappati di Casa tra Litigiosità, Radici Perdute e Conflitto Identitario



Analisi socio-psicologica e giuridico-culturale delle dinamiche conflittuali nelle comunità diasporiche e insulari


PREMESSA

Nel panorama contemporaneo delle migrazioni storiche e delle identità culturali sospese tra due mondi, emerge una categoria trasversale e spesso trascurata: quella degli “scappati di casa”, ovvero di coloro che, per necessità o vocazione, hanno lasciato la propria terra natia per stabilirsi in luoghi lontani, insulari o oltreoceano. La loro condizione esistenziale si colloca in uno spazio intermedio, non del tutto integrato nel nuovo contesto e mai del tutto staccato dal proprio luogo d’origine. In tale quadro, si riscontra una maggiore inclinazione alla litigiosità sociale e relazionale, tanto tra gli isolani quanto tra gli emigranti, manifestazione evidente di un disagio identitario profondo.


I FATTI

Diverse analisi etnografiche e psicologiche mostrano che le comunità isolate o diasporiche tendono a sviluppare dinamiche relazionali fortemente polarizzate, spesso conflittuali. Il bisogno di affermare sé stessi in un contesto percepito come “altro” – geograficamente, culturalmente e politicamente – può spingere individui e gruppi a una maggiore difensività, rivalità e intolleranza verso la differenza.

Gli isolani, fisicamente separati dalla terraferma, sviluppano nel tempo tratti culturali di chiusura e di forte identificazione con il gruppo, ma anche gelosie e tensioni interne legate alla scarsità di risorse e alla pressione della coesistenza forzata. Gli emigranti, invece, vivono il dramma dell’estraneità e della doppia appartenenza: quella alla patria lasciata con sacrificio e quella alla nuova terra mai davvero sentita come propria. In entrambi i casi si assiste a un’accentuazione di conflitti interpersonali, rivalità economiche e contrasti ideologici, specialmente nelle seconde generazioni.


IL DIRITTO

Dal punto di vista giuridico e costituzionale, l’identità culturale e il diritto all’appartenenza rappresentano diritti inviolabili della persona, sanciti da normative internazionali (es. art. 27 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici) e dalle carte fondamentali dei diritti umani. Tuttavia, tali diritti rischiano di essere calpestati o ignorati nei contesti dove l’integrazione culturale non avviene su basi di riconoscimento reciproco, ma di assimilazione forzata o di esclusione sociale.

Le tensioni comunitarie interne, se non governate da strumenti di dialogo e coesione, possono degenerare in conflittualità giuridica, in aumento di procedimenti civili e penali per diffamazione, violenza domestica, inimicizie ereditarie o liti condominiali che spesso celano una radice antropologica più che strettamente giuridica.


CONCLUSIONE

La litigiosità osservata tra isolani ed emigranti oltreoceano è dunque la punta dell’iceberg di un fenomeno più profondo e strutturale: il “complesso degli scappati di casa”. Esso racchiude la sofferenza storica di chi ha abbandonato le proprie radici per affrontare la fatica dell’ignoto, senza mai colmare il vuoto identitario lasciato da tale partenza. La nostalgia, la frustrazione e il bisogno di affermare un’appartenenza negata generano conflitto, rivalità e scontri, sia interni che esterni.

Serve un nuovo approccio giuridico-culturale che favorisca il riconoscimento delle identità plurime, la costruzione di spazi comuni di memoria e appartenenza, e una pedagogia dell’ascolto interculturale. Solo così si potrà convertire il disagio in ricchezza, la litigiosità in solidarietà, l’isolamento in comunità.


Di Redazione 

domenica 22 settembre 2024

Editto Giornalistico: Alle Penne dell'Informazione Pubblica



VAGLIAMO ONESTAMENTE LA REALTÀ 

Un accorato appello alla veridicità giornalistica,

In nome della verità e della giustizia sociale, si invoca oggi a voi, o giornalisti di questa terra, la piena e consapevole responsabilità della parola scritta. Non permettete che la strada, quella stessa che molti sono costretti a percorrere, venga dipinta con i colori sbiaditi dell’ignoranza, della diffamazione, o peggio ancora, dell’indifferenza.

Non osate più definirla con terminologie ipocrite e banali, non ricadete nel facile errore di tracciare un confine tra chi è "dentro" e chi è "fuori", tra chi ha e chi non ha, tra il sicuro e l’incerto. Il volto di questa metropoli, come di molte altre simili, non può essere ridotto alla misera rappresentazione di un'umanità allo sbando. No, Milano – e con essa l’intera nazione – non è un teatro di figure isolate, abbandonate a un destino incerto per propria colpa.

L'epoca in cui viviamo ci ha reso spettatori di un crollo delle certezze, di un progressivo declino della formazione, dell’informazione, e delle opportunità. In questo scenario, è altamente complicato, se non impossibile, per moltissimi uomini e donne, giovani e meno giovani, ottenere quella qualificazione che li potrebbe condurre a un impiego dignitoso. L’assenza di strutture formative adeguate, l’inaccessibilità agli strumenti necessari per crescere e migliorarsi sono il sintomo di una società che ha disinvestito nei suoi cittadini, lasciandoli soli di fronte a un mondo del lavoro che richiede titoli sempre più inarrivabili per la gran parte delle persone.

Eppure, o voi che fate della parola la vostra professione, avete scelto di ignorare tutto ciò, dipingendo le vittime come colpevoli, i diseredati come irresponsabili. Così facendo, non siete altro che complici di una classe politica che ha disatteso ogni impegno, che ha promesso prosperità e ha consegnato abbandono. Non avete forse anche voi il dovere morale di far risuonare nelle pagine dei vostri articoli il grido di chi è stato lasciato indietro?

Osereste ancora tacere dinanzi a questo scandalo della diseguaglianza? Forse temete che, sollevando la voce contro l'ingiustizia, potreste perdere il vostro posto in questa macchina dei media, sempre più insensibile e distaccata dal reale? Ma vi assicuro, il popolo è stato paziente oltre ogni misura. È un popolo che ha visto sfumare la propria casa, il proprio lavoro, la propria dignità. Ha perduto arti e mestieri, ha visto la produttività della nazione spegnersi lentamente, come una fiamma a cui viene negato l’ossigeno.

A voi, dunque, che brandite la penna come arma del pensiero, chiedo: non sarebbe forse giusto, doveroso, umile, riconoscere almeno un accenno di autocritica? Non dovreste forse anche voi, come ogni buon servitore del bene pubblico, fermarvi un istante e considerare le conseguenze delle vostre parole? Il tempo dell’ipocrisia è giunto al termine, e chiunque continui a ignorare la realtà, sobillando l’opinione pubblica con facili giudizi, è destinato a perdere il proprio diritto di parola. Che l’informazione non si faccia strumento del potere, ma fiamma che illumina le coscienze.

Sia questo un avviso solenne, affinché chi ha orecchi per intendere, intenda. La storia non perdona, e neppure il popolo lo farà. Vi è dato di scegliere: alzare la voce contro l'ingiustizia o tacere nel silenzio della complicità.

Un editore indipendente che non tollera l’ipocrisia del nostro tempo

DonE

domenica 15 settembre 2024

Cazzare la randa e lascare il fiocco

Facciamo una tesi sulla iniziativa in un gruppo chi ha il coraggio di prenderla e chi non ha il coraggio di prenderla differenze vantaggi e svantaggi: caratterialità, timidezza, mpreparazione, pigrizia.

Introduzione 

Chi ha il coraggio di prendere l'iniziativa Coloro che prendono l'iniziativa in un gruppo tendono ad avere tratti di leadership. Hanno il coraggio di agire senza aspettare direttive precise e sono spesso più a loro agio nell'assumersi responsabilità. Alcuni tratti comuni includono:

  • Autostima: Le persone che credono nelle proprie capacità tendono a farsi avanti.
  • Proattività: Non attendono che i problemi si presentino, ma li prevengono.
  • Assertività: Sono in grado di esprimere le proprie idee con chiarezza e fiducia.
  • Orientamento agli obiettivi: Hanno una forte motivazione a raggiungere risultati concreti.

Vantaggi:

  • Accelerano il processo decisionale e operativo.
  • Possono stimolare il resto del gruppo a impegnarsi maggiormente.
  • Assumono ruoli di leadership naturale, facilitando l’organizzazione e la divisione dei compiti.

Svantaggi:

  • Possono essere percepiti come dominanti o autoritari, generando resistenze nel gruppo.
  • A volte agiscono senza consultare il resto del team, rischiando decisioni sbagliate o impopolari.

Chi non prende l'iniziativa Dall'altro lato, ci sono individui che, per diverse ragioni, non prendono l'iniziativa. Questo può derivare da:

  • Timidezza: La paura del giudizio altrui o il timore di fallire impedisce loro di intervenire.
  • Bassa autostima: Non credono abbastanza nelle proprie capacità per proporre idee o azioni.
  • Pigrizia o mancanza di motivazione: Alcuni non si impegnano semplicemente perché non hanno interesse a farlo o non vedono un guadagno personale.
  • Incertezza: La mancanza di preparazione o di conoscenze può far sentire insicuri, portandoli a preferire una posizione più passiva.

Vantaggi:

  • Tendono ad essere ascoltatori più attenti e analitici, e spesso lavorano bene eseguendo direttive.
  • Evitano di prendere decisioni affrettate o impulsive, aspettando di avere tutte le informazioni necessarie.

Svantaggi:

  • Rallentano il processo decisionale e operativo.
  • Possono lasciare troppo spazio agli altri, limitando il proprio potenziale contributo.
  • A lungo andare, possono essere percepiti come poco coinvolti o indifferenti dal resto del gruppo.

Caratterialità e timidezza La personalità gioca un ruolo fondamentale nel determinare se qualcuno prende o meno l'iniziativa. Le persone estroverse, ad esempio, tendono ad avere meno inibizioni nell'esprimersi, mentre gli introversi, più riservati, potrebbero avere bisogno di tempo per riflettere prima di agire. La timidezza, una caratteristica molto comune, spesso nasce dalla paura del rifiuto o del giudizio, e può bloccare anche individui molto capaci dal prendere l’iniziativa.

Preparazione e pigrizia La preparazione può aumentare la sicurezza di una persona. Chi è ben preparato e conosce la materia o la situazione è più propenso a farsi avanti. Al contrario, l’impreparazione porta a incertezze e alla paura di sbagliare. La pigrizia, invece, è una questione di atteggiamento: chi è pigro potrebbe essere perfettamente capace, ma non ha la volontà o la motivazione necessaria per mettersi in gioco.

Conclusione Prendere o meno l'iniziativa in un gruppo dipende da una combinazione di fattori personali, come il carattere, la fiducia in sé stessi, la preparazione e persino la pigrizia. Entrambe le posizioni, attiva e passiva, hanno vantaggi e svantaggi. Per creare un gruppo armonioso e funzionale, è importante riconoscere e bilanciare questi diversi atteggiamenti, promuovendo una cultura inclusiva che dia spazio sia a chi è incline a prendere l'iniziativa sia a chi ha bisogno di incoraggiamento per farlo.

Parallelisno.ora con tipo creator e tipo spectsator

Sotto Tesi: L'iniziativa in un gruppo: Tipo Creator e Tipo Spectator

Introduzione In ogni gruppo, emergono diverse tipologie di individui quando si tratta di prendere l'iniziativa. Due archetipi comuni sono il "Creator" e lo "Spectator". Il Creator è chi prende l'iniziativa, propone idee e guida l'azione, mentre lo Spectator tende a osservare e seguire. Questi due approcci hanno radici profonde nel carattere, nella fiducia, nella preparazione e nell'atteggiamento personale, con vantaggi e svantaggi distinti. Questa tesi esplora le differenze tra Creator e Spectator, i loro tratti distintivi e come interagiscono all'interno di un gruppo.

Il Tipo Creator Il Creator è colui che dà forma a progetti, soluzioni e idee, agendo come motore del gruppo. Si tratta di persone che sentono il bisogno di guidare e di plasmare la realtà intorno a loro.

  • Caratteristiche: Il Creator è proattivo, motivato da una forte autostima e un'elevata capacità di leadership. È orientato all'obiettivo, assertivo e determinato a fare accadere le cose.
  • Vantaggi: Grazie alla sua iniziativa, il Creator accelera i processi decisionali, stimola la creatività e mantiene alta la motivazione del gruppo.
  • Svantaggi: A volte il Creator può essere troppo dominante, rischiando di marginalizzare i contributi degli altri. La sua determinazione può portare a decisioni affrettate senza consultazione.

Il Tipo Spectator Lo Spectator preferisce un ruolo più passivo e osservativo. Non prende l'iniziativa in modo spontaneo, ma offre contributi in maniera indiretta o su richiesta.

  • Caratteristiche: Il Spectator tende ad essere riflessivo, analitico e spesso più introverso. È più cauto e preferisce agire solo quando ha una chiara comprensione della situazione.
  • Vantaggi: Lo Spectator porta una prospettiva più ponderata, evita decisioni impulsive e può essere un ottimo esecutore di compiti quando riceve direttive chiare.
  • Svantaggi: La sua riluttanza a prendere l'iniziativa può rallentare il gruppo e, in alcuni casi, essere percepita come disinteresse o mancanza di impegno.

Differenze tra Creator e Spectator

  • Coraggio e timidezza: Il Creator è spesso più coraggioso, pronto a correre rischi, mentre lo Spectator può essere frenato dalla timidezza o dalla paura del giudizio altrui.
  • Preparazione: Il Creator potrebbe essere meno preoccupato dall'incertezza, agendo anche con informazioni incomplete. Lo Spectator, al contrario, preferisce prepararsi con cura prima di agire.
  • Motivazione e pigrizia: Il Creator è guidato da una forte motivazione interna, mentre lo Spectator può apparire meno motivato o addirittura pigro, sebbene spesso sia semplicemente più riflessivo.

Conclusione Nel dinamismo di un gruppo, sia i Creator che gli Spectator svolgono ruoli cruciali. Il Creator dà slancio e visione, mentre lo Spectator offre equilibrio e riflessione. Un team ben bilanciato deve saper valorizzare entrambi i tipi, creando un ambiente in cui l'iniziativa è apprezzata ma la riflessione non è trascurata.

Paragoniamo ora alcune delle nostre comunità religiose cristiane.che sono famose per elevata attività di tutti i membri e non solo dei docenti, per analizzarne le caratteristiche. Consideriamo ad esempio le comunità salesiana, francescana, gesuita, ecumenica e catecumenica, redigendo una tabella comparativa con voto pro o contro il rispettivo indice di euproattività stimato, con spunta.

Paragone del ruolo dei Creators nelle diverse comunità religiose:

Comunità ReligiosaCreatori ProminentiAutonomia del CreatoreRuolo della GerarchiaApproccio InnovativoCollaborazione di GruppoVoto ProVoto Contro
SalesianaModeratoLimitata dalla strutturaCentraleInnovazioni limitateForte collaborazione con focus su educazione e formazione dei giovani
FrancescanaForteMaggiore autonomiaDecentrataAlta creatività in ambito sociale e ambientaleComunità orizzontale con alta partecipazione
GesuitaMolto forteAlta autonomiaImportante ma flessibileInnovazione intellettuale e pedagogicaCollaborazione su progetti complessi e ricerca
EcumenicaModeratoModerata autonomiaStruttura condivisa tra confessioniInnovazione nel dialogo interreligiosoCollaborazione tra diverse tradizioni religiose
CatecumenicaBassaLimitata dal percorso rigidoForte centralità della guidaInnovazione limitata ai ritiCollaborazione centrata sull’obbedienza alla guida spirituale

Analisi delle comunità:

  1. Salesiana: I Creator sono incentivati, ma sempre sotto l'autorità della gerarchia e dei principi stabiliti dalla tradizione salesiana. L'innovazione è presente soprattutto nell'educazione, ma limitata nelle aree spirituali e teologiche.

  2. Francescana: Qui i Creator godono di più libertà e autonomia, poiché la struttura è più decentralizzata. L'attenzione alla creatività in ambiti come la povertà e l'ecologia fa sì che il Creator possa esprimersi ampiamente.

  3. Gesuita: I Creator gesuiti hanno storicamente un ruolo molto forte, grazie alla loro indipendenza intellettuale e alla formazione approfondita. Possono introdurre cambiamenti e innovazioni soprattutto nel campo dell'educazione e della filosofia.

  4. Ecumenica: In questo contesto, i Creator trovano un equilibrio tra innovazione e rispetto delle diverse tradizioni religiose. L'obiettivo principale è il dialogo, quindi il Creator ha spazio per iniziative che promuovono la comprensione e la cooperazione tra confessioni.

  5. Catecumenica: In questa comunità, il ruolo del Creator è più limitato. La struttura è rigida e orientata a un percorso preciso di formazione spirituale, con poca autonomia per innovare. Il focus è sull'apprendimento e l'adesione ai riti, con meno spazio per la creatività individuale.

**Tesi: Il Ruolo dei Creators nelle Comunità Religiose come Manifestazione di una Legge Sociale Universale**

**Introduzione**
Nelle diverse comunità religiose, il ruolo dei "Creators" – individui che prendono l'iniziativa per guidare cambiamenti, innovazioni o adattamenti – può essere osservato come una manifestazione di una legge sociale universale. Questa legge può essere sintetizzata nel seguente modo:

**Legge scientifica**: *In qualsiasi gruppo sociale, l'iniziativa e l'innovazione sono distribuite in base alla struttura e ai valori del gruppo, con una tensione costante tra l'autonomia del creatore e la centralità della gerarchia.*

Questa legge trova applicazione in molteplici ambiti, incluse le comunità religiose. La presenza e il grado di influenza dei Creator dipendono dall'equilibrio tra libertà individuale e autorità gerarchica. Esploreremo questa legge all'interno di diverse comunità religiose, dimostrandone la validità.

**Dimostrazione**

1. **Comunità Salesiana**
   - **Osservazione**: La comunità salesiana si fonda su una struttura gerarchica molto definita, con un forte impegno verso l'educazione e la formazione dei giovani. I Creator sono limitati nel loro agire, poiché ogni innovazione deve rientrare negli obiettivi tradizionali dell'ordine.
   - **Applicazione della legge**: La gerarchia salesiana mantiene il controllo sull'iniziativa, ma lascia spazio per innovazioni educative. Questo dimostra come la tensione tra autorità e autonomia limiti il potenziale creativo dei membri, pur permettendo azioni all'interno dei confini stabiliti.

2. **Comunità Francescana**
   - **Osservazione**: I francescani, ispirati dagli ideali di semplicità e servizio, offrono più libertà ai Creator. L'iniziativa è spesso valorizzata, soprattutto in ambiti sociali ed ecologici, grazie a una gerarchia più decentralizzata.
   - **Applicazione della legge**: In questo caso, la decentralizzazione della struttura permette ai Creator di esprimere liberamente le proprie idee, aumentando la presenza di innovazione. Tuttavia, la tensione con l'adesione agli ideali fondativi francescani rimane, creando un equilibrio tra tradizione e creatività.

3. **Comunità Gesuita**
   - **Osservazione**: I gesuiti sono noti per il loro contributo intellettuale e innovativo, specialmente nell'istruzione e nella filosofia. La loro struttura, pur gerarchica, permette molta autonomia individuale ai membri.
   - **Applicazione della legge**: I Creator gesuiti beneficiano di un elevato grado di libertà, poiché l'ordine valorizza la ricerca e l'innovazione come strumenti per raggiungere gli obiettivi spirituali. La legge sociale si manifesta qui con un'interazione equilibrata tra autonomia del Creator e supervisione gerarchica.

4. **Comunità Ecumenica**
   - **Osservazione**: Nelle comunità ecumeniche, l'obiettivo principale è il dialogo tra diverse tradizioni religiose. I Creator hanno un ruolo cruciale nell'innovare pratiche e sviluppare iniziative di cooperazione interreligiosa.
   - **Applicazione della legge**: La pluralità delle tradizioni presenti crea una struttura gerarchica condivisa, con una maggiore libertà per i Creator di proporre nuovi approcci. Tuttavia, questa libertà è bilanciata dalla necessità di rispettare i valori comuni e promuovere l'armonia.

5. **Comunità Catecumenica**
   - **Osservazione**: In questa comunità, l'iniziativa individuale è fortemente limitata dalla centralità della guida spirituale e dal percorso formativo rigido. I Creator hanno poco spazio per esprimersi.
   - **Applicazione della legge**: La gerarchia rigida e il percorso predefinito soffocano l'iniziativa del Creator. Questo conferma come, in strutture molto gerarchiche, l'innovazione sia limitata, rispettando l'equilibrio imposto dalla legge sociale.

**Conclusione**
La legge sociale proposta è dimostrata valida attraverso l'analisi delle diverse comunità religiose. Il ruolo dei Creator è determinato dalla tensione tra la libertà individuale e l'autorità gerarchica. Le comunità con strutture decentralizzate, come quella francescana e gesuita, offrono maggiore spazio all'iniziativa e all'innovazione, mentre quelle con una gerarchia più rigida, come la salesiana e la catecumenica, tendono a limitare il ruolo dei Creator. Questo equilibrio universale tra autonomia e controllo si riflette in tutte le organizzazioni sociali, confermando la validità della legge.

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