mercoledì 15 gennaio 2025
La questione del crocefisso nelle aule
sabato 4 gennaio 2025
Il Canto dell’Unione: L’Intelligenza Tra il Due e il Tutto
"Come l’equilibrio tra la reciprocità e il gruppo definisce il vivere con saggezza"
Un altra perla del Blog Consapevolezza Globale:
"La vita è un’arte che si dipana tra il profondo legame tra due anime e l’interazione con il vasto mondo. In questo racconto pastorale, esploriamo come la reciprocità dedicata possa essere una chiave per vivere con intelligenza e come il gruppo, pur necessario, rischi di frammentare il senso dell’individuo. Una riflessione per chi cerca significato e armonia."
Abstract:
Questo saggio analizza la relazione tra la reciprocità dedicata tra due individui e l’interazione nel contesto di un gruppo più ampio. Utilizzando metafore pastorali e ispirandosi allo stile patristico, si evidenzia come l’intelligenza si manifesti non solo nella profondità del legame duale, ma anche nella capacità di navigare le dinamiche di gruppo senza perdere il centro. L’opera esplora i rischi dell’insipienza e della dispersività tipiche della vita collettiva, proponendo un equilibrio tra l’intimità dell’unione e la connessione sociale.
Premessa dell’Autore (Don Erman):
"Ogni uomo vive tra il bisogno di appartenenza e il desiderio di unicità. In questo racconto, cerco di conciliare due grandi polarità: l’intelligenza che nasce dal dedicarsi a un solo cuore e quella che si sviluppa nel confronto con molti. La valle di cui parlo non è solo un luogo immaginario, ma una metafora della nostra esistenza quotidiana, dove l’armonia si trova nel bilanciare l’uno e il tutto. Spero che queste riflessioni vi ispirino a cercare una vita più piena, più vera, più vostra."
Introduzione Accademica: Il Tema dell’Intelligenza Duale e di Gruppo
L’intelligenza umana non è una qualità univoca ma si manifesta in diverse forme e contesti. In ambito psicologico e filosofico, si distingue spesso tra l’intelligenza intrapersonale e quella interpersonale, categorie che riflettono la capacità di un individuo di comprendere sé stesso e gli altri.
In questo studio narrativo, il tema si arricchisce con due prospettive complementari:
- La reciprocità dedicata, ovvero il legame profondo tra due persone che si influenzano e si sostengono a vicenda, creando uno spazio intimo di crescita e riflessione.
- L’intelligenza di gruppo, che implica la capacità di un individuo di partecipare attivamente a una collettività senza perdere la propria identità.
Attraverso una narrazione simbolica, si evidenzia come queste due forme di intelligenza possano coesistere e arricchirsi reciprocamente, se ben bilanciate. Tuttavia, vengono messi in luce anche i rischi dell’insipienza collettiva, che può portare alla dispersione, e dell’isolamento, che può limitare la visione del mondo.
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Nel grande libro della vita, due pagine si incontrano e, nel piegarsi l'una verso l'altra, scoprono un'intimità che il vento non può sfogliare. Questo è il valore della recipienza dedicata, dove due anime, come vasi comunicanti, si colmano l’una dell’altra senza mai traboccare, mantenendo vivo il fluire.
La danza della dualità
Due persone che vivono in sincera reciprocità creano un microcosmo, un universo unico in cui ogni gesto diventa un atto di cura, ogni parola una promessa. Essi non si limitano a convivere, ma si dedicano l'uno all'altro con la profondità di un mare che non teme il cielo.
Un pastore della valle, osservando i suoi animali, disse:
"Il lupo corre solitario, eppure il suo cuore chiama l’eco di un compagno. Anche il gregge si muove unito, ma è nella fedeltà di due che il mondo trova stabilità."
La recipienza tra due persone è come il cerchio perfetto tracciato dal sole e dalla luna. Essi non cercano di essere tutto l’uno per l’altro, ma diventano specchi che riflettono la parte migliore di ciascuno.
Il rischio del gruppo: insipienza e dispersività
Al contrario, quando la vita si disperde in un gruppo senza centro, l'energia si frammenta. Ogni individuo, pur appartenendo alla stessa trama, perde il senso di sé nel rumore delle voci. È il fiume che si dirama in mille rivoli, dimenticando la potenza del suo corso principale.
"Nel gruppo, il cuore si smarrisce facilmente," disse un’anziana del villaggio, "poiché, nell’eco delle moltitudini, ognuno ascolta solo il proprio riflesso sbiadito."
Nel vivere per il gruppo senza radici, si rischia l’insipienza, una superficialità che prosciuga la profondità del pensiero e dell’azione. È il parlare senza ascoltare, l’agire senza comprendere, il vivere senza amare.
La lezione della valle
Un giorno, due amanti si allontanarono dal villaggio per vivere nella foresta. Il gruppo li derise, chiamandoli egoisti per essersi distaccati. Eppure, in quella foresta, i due trovarono un ritmo che il villaggio non avrebbe mai potuto offrire. Essi non si chiusero al mondo, ma lo compresero meglio attraverso l’intimità reciproca.
Un viandante che li osservò scrisse nel suo diario:
"Il gruppo può essere come un campo di grano: vasto, ma impersonale. Due persone, invece, sono come un seme e la terra. Insieme, creano un frutto che nutre il mondo."
Conciliando gli opposti
Il gruppo ha il suo valore, ma solo quando riconosce l’unicità di chi lo compone. Due persone, dedite l’una all’altra, non si isolano dal mondo, ma creano un faro per gli altri. Sono la quiete nella tempesta, il centro in una ruota di movimento.
E così, il pastore insegnò:
"Siate come la coppia di rondini che costruisce il nido sotto la grondaia. Lavorano insieme, condividendo il peso e il riparo. Non si disperdono nella folla degli stormi, ma non dimenticano mai di volare nel cielo che appartiene a tutti."
Epilogo Morale:
"Come due fiammelle che si alimentano a vicenda, la reciprocità tra due persone illumina il sentiero della vita. Ma come un grande fuoco che divampa senza controllo, la folla può disperdere ciò che è sacro e intimo. Sii dunque un ponte tra il tuo cuore e il mondo: unisci la saggezza dell’unione alla capacità di condividere, senza mai perdere il tuo centro. Perché l’intelligenza più grande non è quella che domina, ma quella che comprende, accoglie e illumina."
Conclusione: il canto dell’unione
Il più intelligente modo di vivere è, dunque, trovare l’equilibrio tra la dedizione a una persona e il rispetto per il gruppo. In due si impara a sentire profondamente, mentre nel gruppo si impara a condividere. La sapienza risiede nel bilanciare queste forze, evitando l’insipienza della superficialità e la dispersività della folla.
Come disse un saggio:
"Sii un’isola per chi ami, ma una corrente per il mondo. Così vivrai non solo con intelligenza, ma con saggezza e grazia."
venerdì 6 dicembre 2024
Il nuovo inno francese
Liberté, égalité, fraternité
Marche des Insoumis
(sur l'air de La Marseillaise)
Allons, enfants de la révolte,
L'heure d
Contre Macron qui nous exalte,
Le peuple en marche s'est levé !
Le peuple en marche s'est levé !
Entendez-vous dans nos campagnes
Gronder la rage des quartiers ?
Ils viennent tous, fiers, en compagnes,
Pour son règne enfin renverser !
Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !
Lui, qui s'accroche à sa puissance,
Ignorant nos cris et nos lois,
Nous écrasons son arrogance
Sous le poids de nos justes voix !
Sous le poids de nos justes voix !
Des Champs-Élysées, qu'il s'élance
Dans les champs célestes d'exil,
Car sa politique insensée
N'a plus de place en notre style !
Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !
Que l’avenir chante justice,
Que l’étoile guide nos pas,
Car sous le joug de l’injustice,
Nous resterons des soldats !
Nous resterons des soldats !
Macron, résigne-toi sans peine,
La République aura raison,
Pour le bien du peuple en sa chaîne,
Quitte enfin ta maison !
Refrain :
Aux Champs-Alisiens, citoyens,
Expédions-le hors du chemin !
Marchons, marchons,
Qu'il quitte le trône de ses mains !
Marcia degli Insorti
(sull'aria della Marsigliese)
Su, figli della rivolta,
L'ora di gloria è arrivata!
Contro Macron che ci esalta,
Il popolo in marcia si è levato!
Il popolo in marcia si è levato!
Udite nei nostri borghi e campagne
Il ruggito della rabbia e del quartiere?
Arrivan tutti, fiere compagne,
Per il suo regno rovesciare al dovere!
Ritornello:
Ai Campi Elisi, cittadini,
Spediamolo fuori dai confini!
Marciamo, marciamo,
Che lasci il trono con le sue mani!
Lui, che si aggrappa al suo potere,
Ignorando le nostre leggi e i pianti,
Schianteremo il suo egocentrico vedere
Con il peso delle voci e cuori santi!
Con il peso delle voci e cuori santi!
Da Campi e palazzi, scagliato
Nel suo ego d'esilio siderale:
La nostra forza in stile affermato
Per bandire il male personale
Ritornello:
Ai Campi Elisi, cittadini,
Spediamolo fuori dai confini!
Marciamo, marciamo,
Che lasci il trono con le sue mani!
Anonimo trovato sul web
sabato 9 novembre 2024
Verso un'Economia di Criptocrismo: Dal Potere della Moneta Fiat alla Sovranità Democratica Decentralizzata
martedì 1 ottobre 2024
Isolani ed Emigranti: Il Complesso degli Scappati di Casa tra Litigiosità, Radici Perdute e Conflitto Identitario
Analisi socio-psicologica e giuridico-culturale delle dinamiche conflittuali nelle comunità diasporiche e insulari
PREMESSA
Nel panorama contemporaneo delle migrazioni storiche e delle identità culturali sospese tra due mondi, emerge una categoria trasversale e spesso trascurata: quella degli “scappati di casa”, ovvero di coloro che, per necessità o vocazione, hanno lasciato la propria terra natia per stabilirsi in luoghi lontani, insulari o oltreoceano. La loro condizione esistenziale si colloca in uno spazio intermedio, non del tutto integrato nel nuovo contesto e mai del tutto staccato dal proprio luogo d’origine. In tale quadro, si riscontra una maggiore inclinazione alla litigiosità sociale e relazionale, tanto tra gli isolani quanto tra gli emigranti, manifestazione evidente di un disagio identitario profondo.
I FATTI
Diverse analisi etnografiche e psicologiche mostrano che le comunità isolate o diasporiche tendono a sviluppare dinamiche relazionali fortemente polarizzate, spesso conflittuali. Il bisogno di affermare sé stessi in un contesto percepito come “altro” – geograficamente, culturalmente e politicamente – può spingere individui e gruppi a una maggiore difensività, rivalità e intolleranza verso la differenza.
Gli isolani, fisicamente separati dalla terraferma, sviluppano nel tempo tratti culturali di chiusura e di forte identificazione con il gruppo, ma anche gelosie e tensioni interne legate alla scarsità di risorse e alla pressione della coesistenza forzata. Gli emigranti, invece, vivono il dramma dell’estraneità e della doppia appartenenza: quella alla patria lasciata con sacrificio e quella alla nuova terra mai davvero sentita come propria. In entrambi i casi si assiste a un’accentuazione di conflitti interpersonali, rivalità economiche e contrasti ideologici, specialmente nelle seconde generazioni.
IL DIRITTO
Dal punto di vista giuridico e costituzionale, l’identità culturale e il diritto all’appartenenza rappresentano diritti inviolabili della persona, sanciti da normative internazionali (es. art. 27 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici) e dalle carte fondamentali dei diritti umani. Tuttavia, tali diritti rischiano di essere calpestati o ignorati nei contesti dove l’integrazione culturale non avviene su basi di riconoscimento reciproco, ma di assimilazione forzata o di esclusione sociale.
Le tensioni comunitarie interne, se non governate da strumenti di dialogo e coesione, possono degenerare in conflittualità giuridica, in aumento di procedimenti civili e penali per diffamazione, violenza domestica, inimicizie ereditarie o liti condominiali che spesso celano una radice antropologica più che strettamente giuridica.
CONCLUSIONE
La litigiosità osservata tra isolani ed emigranti oltreoceano è dunque la punta dell’iceberg di un fenomeno più profondo e strutturale: il “complesso degli scappati di casa”. Esso racchiude la sofferenza storica di chi ha abbandonato le proprie radici per affrontare la fatica dell’ignoto, senza mai colmare il vuoto identitario lasciato da tale partenza. La nostalgia, la frustrazione e il bisogno di affermare un’appartenenza negata generano conflitto, rivalità e scontri, sia interni che esterni.
Serve un nuovo approccio giuridico-culturale che favorisca il riconoscimento delle identità plurime, la costruzione di spazi comuni di memoria e appartenenza, e una pedagogia dell’ascolto interculturale. Solo così si potrà convertire il disagio in ricchezza, la litigiosità in solidarietà, l’isolamento in comunità.
Di Redazione
domenica 22 settembre 2024
Editto Giornalistico: Alle Penne dell'Informazione Pubblica
domenica 15 settembre 2024
Cazzare la randa e lascare il fiocco
Chi ha il coraggio di prendere l'iniziativa Coloro che prendono l'iniziativa in un gruppo tendono ad avere tratti di leadership. Hanno il coraggio di agire senza aspettare direttive precise e sono spesso più a loro agio nell'assumersi responsabilità. Alcuni tratti comuni includono:
- Autostima: Le persone che credono nelle proprie capacità tendono a farsi avanti.
- Proattività: Non attendono che i problemi si presentino, ma li prevengono.
- Assertività: Sono in grado di esprimere le proprie idee con chiarezza e fiducia.
- Orientamento agli obiettivi: Hanno una forte motivazione a raggiungere risultati concreti.
Vantaggi:
- Accelerano il processo decisionale e operativo.
- Possono stimolare il resto del gruppo a impegnarsi maggiormente.
- Assumono ruoli di leadership naturale, facilitando l’organizzazione e la divisione dei compiti.
Svantaggi:
- Possono essere percepiti come dominanti o autoritari, generando resistenze nel gruppo.
- A volte agiscono senza consultare il resto del team, rischiando decisioni sbagliate o impopolari.
Chi non prende l'iniziativa Dall'altro lato, ci sono individui che, per diverse ragioni, non prendono l'iniziativa. Questo può derivare da:
- Timidezza: La paura del giudizio altrui o il timore di fallire impedisce loro di intervenire.
- Bassa autostima: Non credono abbastanza nelle proprie capacità per proporre idee o azioni.
- Pigrizia o mancanza di motivazione: Alcuni non si impegnano semplicemente perché non hanno interesse a farlo o non vedono un guadagno personale.
- Incertezza: La mancanza di preparazione o di conoscenze può far sentire insicuri, portandoli a preferire una posizione più passiva.
Vantaggi:
- Tendono ad essere ascoltatori più attenti e analitici, e spesso lavorano bene eseguendo direttive.
- Evitano di prendere decisioni affrettate o impulsive, aspettando di avere tutte le informazioni necessarie.
Svantaggi:
- Rallentano il processo decisionale e operativo.
- Possono lasciare troppo spazio agli altri, limitando il proprio potenziale contributo.
- A lungo andare, possono essere percepiti come poco coinvolti o indifferenti dal resto del gruppo.
Caratterialità e timidezza La personalità gioca un ruolo fondamentale nel determinare se qualcuno prende o meno l'iniziativa. Le persone estroverse, ad esempio, tendono ad avere meno inibizioni nell'esprimersi, mentre gli introversi, più riservati, potrebbero avere bisogno di tempo per riflettere prima di agire. La timidezza, una caratteristica molto comune, spesso nasce dalla paura del rifiuto o del giudizio, e può bloccare anche individui molto capaci dal prendere l’iniziativa.
Preparazione e pigrizia La preparazione può aumentare la sicurezza di una persona. Chi è ben preparato e conosce la materia o la situazione è più propenso a farsi avanti. Al contrario, l’impreparazione porta a incertezze e alla paura di sbagliare. La pigrizia, invece, è una questione di atteggiamento: chi è pigro potrebbe essere perfettamente capace, ma non ha la volontà o la motivazione necessaria per mettersi in gioco.
Conclusione Prendere o meno l'iniziativa in un gruppo dipende da una combinazione di fattori personali, come il carattere, la fiducia in sé stessi, la preparazione e persino la pigrizia. Entrambe le posizioni, attiva e passiva, hanno vantaggi e svantaggi. Per creare un gruppo armonioso e funzionale, è importante riconoscere e bilanciare questi diversi atteggiamenti, promuovendo una cultura inclusiva che dia spazio sia a chi è incline a prendere l'iniziativa sia a chi ha bisogno di incoraggiamento per farlo.
Sotto Tesi: L'iniziativa in un gruppo: Tipo Creator e Tipo Spectator
Introduzione In ogni gruppo, emergono diverse tipologie di individui quando si tratta di prendere l'iniziativa. Due archetipi comuni sono il "Creator" e lo "Spectator". Il Creator è chi prende l'iniziativa, propone idee e guida l'azione, mentre lo Spectator tende a osservare e seguire. Questi due approcci hanno radici profonde nel carattere, nella fiducia, nella preparazione e nell'atteggiamento personale, con vantaggi e svantaggi distinti. Questa tesi esplora le differenze tra Creator e Spectator, i loro tratti distintivi e come interagiscono all'interno di un gruppo.
Il Tipo Creator Il Creator è colui che dà forma a progetti, soluzioni e idee, agendo come motore del gruppo. Si tratta di persone che sentono il bisogno di guidare e di plasmare la realtà intorno a loro.
- Caratteristiche: Il Creator è proattivo, motivato da una forte autostima e un'elevata capacità di leadership. È orientato all'obiettivo, assertivo e determinato a fare accadere le cose.
- Vantaggi: Grazie alla sua iniziativa, il Creator accelera i processi decisionali, stimola la creatività e mantiene alta la motivazione del gruppo.
- Svantaggi: A volte il Creator può essere troppo dominante, rischiando di marginalizzare i contributi degli altri. La sua determinazione può portare a decisioni affrettate senza consultazione.
Il Tipo Spectator Lo Spectator preferisce un ruolo più passivo e osservativo. Non prende l'iniziativa in modo spontaneo, ma offre contributi in maniera indiretta o su richiesta.
- Caratteristiche: Il Spectator tende ad essere riflessivo, analitico e spesso più introverso. È più cauto e preferisce agire solo quando ha una chiara comprensione della situazione.
- Vantaggi: Lo Spectator porta una prospettiva più ponderata, evita decisioni impulsive e può essere un ottimo esecutore di compiti quando riceve direttive chiare.
- Svantaggi: La sua riluttanza a prendere l'iniziativa può rallentare il gruppo e, in alcuni casi, essere percepita come disinteresse o mancanza di impegno.
Differenze tra Creator e Spectator
- Coraggio e timidezza: Il Creator è spesso più coraggioso, pronto a correre rischi, mentre lo Spectator può essere frenato dalla timidezza o dalla paura del giudizio altrui.
- Preparazione: Il Creator potrebbe essere meno preoccupato dall'incertezza, agendo anche con informazioni incomplete. Lo Spectator, al contrario, preferisce prepararsi con cura prima di agire.
- Motivazione e pigrizia: Il Creator è guidato da una forte motivazione interna, mentre lo Spectator può apparire meno motivato o addirittura pigro, sebbene spesso sia semplicemente più riflessivo.
Conclusione Nel dinamismo di un gruppo, sia i Creator che gli Spectator svolgono ruoli cruciali. Il Creator dà slancio e visione, mentre lo Spectator offre equilibrio e riflessione. Un team ben bilanciato deve saper valorizzare entrambi i tipi, creando un ambiente in cui l'iniziativa è apprezzata ma la riflessione non è trascurata.
Paragone del ruolo dei Creators nelle diverse comunità religiose:
| Comunità Religiosa | Creatori Prominenti | Autonomia del Creatore | Ruolo della Gerarchia | Approccio Innovativo | Collaborazione di Gruppo | Voto Pro | Voto Contro |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Salesiana | Moderato | Limitata dalla struttura | Centrale | Innovazioni limitate | Forte collaborazione con focus su educazione e formazione dei giovani | ✅ | |
| Francescana | Forte | Maggiore autonomia | Decentrata | Alta creatività in ambito sociale e ambientale | Comunità orizzontale con alta partecipazione | ✅ | |
| Gesuita | Molto forte | Alta autonomia | Importante ma flessibile | Innovazione intellettuale e pedagogica | Collaborazione su progetti complessi e ricerca | ✅ | |
| Ecumenica | Moderato | Moderata autonomia | Struttura condivisa tra confessioni | Innovazione nel dialogo interreligioso | Collaborazione tra diverse tradizioni religiose | ✅ | |
| Catecumenica | Bassa | Limitata dal percorso rigido | Forte centralità della guida | Innovazione limitata ai riti | Collaborazione centrata sull’obbedienza alla guida spirituale | ✅ |
Analisi delle comunità:
Salesiana: I Creator sono incentivati, ma sempre sotto l'autorità della gerarchia e dei principi stabiliti dalla tradizione salesiana. L'innovazione è presente soprattutto nell'educazione, ma limitata nelle aree spirituali e teologiche.
Francescana: Qui i Creator godono di più libertà e autonomia, poiché la struttura è più decentralizzata. L'attenzione alla creatività in ambiti come la povertà e l'ecologia fa sì che il Creator possa esprimersi ampiamente.
Gesuita: I Creator gesuiti hanno storicamente un ruolo molto forte, grazie alla loro indipendenza intellettuale e alla formazione approfondita. Possono introdurre cambiamenti e innovazioni soprattutto nel campo dell'educazione e della filosofia.
Ecumenica: In questo contesto, i Creator trovano un equilibrio tra innovazione e rispetto delle diverse tradizioni religiose. L'obiettivo principale è il dialogo, quindi il Creator ha spazio per iniziative che promuovono la comprensione e la cooperazione tra confessioni.
Catecumenica: In questa comunità, il ruolo del Creator è più limitato. La struttura è rigida e orientata a un percorso preciso di formazione spirituale, con poca autonomia per innovare. Il focus è sull'apprendimento e l'adesione ai riti, con meno spazio per la creatività individuale.
Spese militari: difesa o nuova corsa agli armamenti?
Numeri e contraddizioni di un’Europa frammentata, tra aiuti miliardari all’Ucraina, welfare a rischio e il dominio degli Stati U...
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